AUMENTO SPREAD, QUALI CONSEGUENZE SUI MUTUI?

Ottobre 2018

I movimenti del mercato della scorsa settimana, dovuti all’incertezza sulla manovra 2019, hanno creato qualche preoccupazione: borsa giù, spread su, e la paura di un impatto anche su mutui e finanziamenti è tornata a fare capolino. Preoccupazioni fondate? idealista/news ne ha parlato con renato Landoni (Kiron Partners), Roberto Anedda (Mutuionline), Antonio Ferrara (Monety) e Riccardo Bernardi (24 Max).

“Lo “spread” – spiega a idealista/news Renato Landoni di Kiron Partners, - può essere inteso come il differenziale di collocamento tra tasso applicato al bund tedesco a 10 anni e il tasso del BTP decennale italiano. Oppure nel settore creditizio è più comunemente riferito al “prezzo” dei prodotti finanziari che una banca colloca, che viene poi aggiunto al costo agli indici interbancari per formare il tasso finale. In questo contesto, dando per assunto che ci riferiamo alla prima ipotesi, il forte aumento dello spread in questi ultimi giorni è dovuto principalmente alle incertezze del contesto economico del nostro Paese”. In teoria, quindi, tale parametro non dovrebbe avere conseguenze dirette sui costi dei mutui. Tuttavia, “con l’aumento dello spread – continua Landoni, - gli istituti di credito avranno delle ripercussioni sui costi di approvvigionamento del denaro e di conseguenza potrebbero nel tempo aumentare il prezzo dei finanziamenti. Aumentando gli spread aumenterebbero i tassi applicati sui mutui e ciò potrebbe generare un calo della domanda di finanziamenti”.

“La reazione dei mercati – aggiunge Antonio Ferrara, ad di Monety Srl, società finanziaria collegata a Gabetti Property Solutions, - dopo l’approvazione della nota del Def da parte del consiglio dei Ministri, non è stata certamente positiva per i titoli bancari che venerdì hanno registrato pesanti perdite sul listino milanese, con qualche istituto che ha lasciato sul campo quasi il 10% della propria capitalizzazione. Dopo questa prima reazione emotiva, occorre però guardare nel dettaglio la manovra economica del 2019 ed attendere il giudizio degli investitori internazionali”.

“Al momento non si vedono contraccolpi duraturi sui mercati – nota Roberto Anedda, direttore marketing di Mutuionline. – Ma in futuro questa situazione di tensione potrebbe perdurare e sfociare in un’incertezza sulla manovra, che va ancora dettagliata Nei prossimi mesi arriveranno anche gli aggiornamenti delle agenzie di rating, e anche questa è una ulteriore variabile da considerare. A quel punto se lo spread aumentasse, farebbe lievitare i costi dei finanziamenti delle banche, che di conseguenza aumenterebbero i costi dei propri servizi, compresi i mutui”.

E’ opportuno preoccuparsi, allora? “Non parlerei di un “allarme” – rassicura Landoni, - in quanto siamo in un contesto di settore dove la Bce ha assunto una politica dei tassi espansiva e ha adottato le idonee misure per far sì che le banche veicolino la forte liquidità immessa sul mercato proprio dalla Banca Centrale alle imprese e alle famiglie. Sarà importante capire il ruolo che la Bce assumerà a tal riguardo, visto che nel recente passato ha dimostrato di essere attenta a queste dinamiche, portando i tassi di interesse ai minimi storici e mettendo le banche nelle condizioni di essere molto competitive relativamente all’offerta”.

“Un prossimo rialzo dei tassi Bce potrebbe addirittura garantire anche effetti positivi sui mutui – ipotizza Ferrara, - dettati da una minore rigidità da parte delle banche nell’erogazione dei finanziamenti. Ad oggi difatti i margini d’interesse, ridotti ai minimi termini per effetto della grande liquidità sui mercati, non hanno garantito grande flessibilità da parte delle banche che hanno ovviamente collocato i finanziamenti solo a clienti particolarmente meritevoli. L’aumento dei margini potrebbe quindi garantire maggiori opportunità per quella fascia di clienti che negli ultimi anni è rimasta ai margini del credito”.

“In questi mesi le banche hanno potuto offrire mutui ancora ai tassi minimi storici proprio perché lo scenario è ancora positivo – rassicura da parte sua Anedda. – Ci si aspetta poi che anche il costo del denaro non si modifichi significativamente fino all’estate dell’anno prossimo. Quindi anche se dovessimo entrare in una prospettiva di rialzo dei tassi, non ci sarebbero impatti significativi per almeno un paio d’anni. La nostra prospettiva è ancora positiva, anche per i tassi fissi, nonostante il leggero rialzo dell’Irs a lungo termine verificatosi negli ultimi giorni. “

“Quando vengono approvate finanziarie come quella di questi le speculazioni sono inevitabili – commenta Riccardo Bernardi, Chief Development Officer di 24MAX, la nuova società di mediazione creditizia collegata a Re/Max che sarà operativa da gennaio con i primi 30 collaboratori. - Già questa mattina infatti vediamo Piazza Affari positiva e spread Btp/Bund in calo. Certo, venerdì è stata una giornata difficile, ma occorre distinguere la speculazione dai reali timori per il nostro paese. Noi non siamo particolarmente preoccupati da possibili movimenti di spread, anche se dovessero avere ripercussioni sui tassi effettivi dei mutui. Ad oggi infatti il momento di mercato è tale che, con un tasso variabile intorno all’1 e un tasso fisso intorno al 2%, anche se ci fosse un rialzo dei tassi i mutui sarebbero comunque ottenibili a condizioni di favore inimmaginabili rispetto ai picchi del 5% del 2006-2007, considerati anche i prezzi immobiliari molto più bassi di allora. Siamo fiduciosi che il trend del mercato immobiliare resterà favorevole - aggiunge, - anche nei prossimi anni: anche i prezzi, che con il 2017 sono giunti ai minimi e che quest’anno prevediamo stabili, sono un ulteriore incentivo all’acquisto. Restiamo quindi moderatamente ottimisti. Quanto a 24 Max – aggiunge Bernardi, - si innesta in una società che ha superato le 400 agenzie e i 3100 agenti ed è quindi matura per avere una rete finanziaria dedicata. Il 75% delle transazioni Re/max avviene tramite mutuo, con un valore medio di 230 mila euro e erogazione media di 140 mila. In 5 anni prevediamo di arrivare ai 200 mediatori previsti e ai 550 mln di erogato”.